Prima
Zompettare qua e là tra web e guide turistiche alla ricerca di mete interessanti, appuntare il tutto sull’agenda e raccordarle con strade panoramiche, possibilmente curve. Un po’ come il gioco della Settimana Enigmistica che mio nonno lasciava per me dopo aver fatto i cruciverba.
In un universo digitale che fornisce contenuti sempre nuovi e a costo zero, la parte più difficile è selezionare le fonti, approfondire i contenuti, e cogliere gli aspetti delle mete che più si avvicinano alla nostra filosofia di viaggio. Solo così l’itinerario assume un senso.
I social media sono una sorgente inesauribile di spunti. Le persone che condividono foto ed esperienze personali diventano i miei travel influencer preferiti. Sinceri appassionati e generosi, sono i migliori promotori turistici di piccolissime realtà che non trovano posto nelle guide e nei canali ufficiali. E sono i luoghi che preferisco.
Faccio elenchi. Programmo le soste. Pianifico.
Durante
Nella mente passo in rassegna la lista delle cose che temo di aver dimenticato, ma basta accendere il motore per entrare in modalità “travel”.
Per quanto si programmi, dal vero, nulla è mai esattamente come lo avevamo immaginato. Nessuna foto, video o omino sulla mappa di Google può restituirci la realtà. Sono le nostre emozioni, le nostre esperienze e le nostre aspettative che rendono ogni luogo unico. A volte si rimane delusi, altre emozionati, ma ne vale sempre la pena.
E quante nuove scoperte lungo il tragitto. Borghi arroccati, chiesette nascoste nella vegetazione, i profumi del bosco, i sorrisi della gente. Tutti ingredienti che rendono ogni esperienza irripetibile. E’ questo il preciso momento in cui il viaggio diventa il Mio viaggio.
Lungo la strada lo sguardo cerca di catturare ogni singolo particolare, ben consapevole di non poter ambire a coglierli tutti. Ogni posto visitato e ogni bivio incontrato durante il tragitto sono così spunto per il progetto successivo.
Da un viaggio ne nasce un altro. Sempre.
Dopo
Torno a casa. Le valigie da disfare rimarranno lì per giorni. Ma le foto no, quelle sono la prima cosa. Da vedere in grande sul monitor, con la gioia di esserci stata e un pizzico di dispiacere per essere già qui.
Poi mi metto a scrivere e incastro le foto tra le frasi.
Non subito, lascio che il tempo e la mente facciano ordine tra i pensieri, che ogni cosa decanti per restituirmi la parte migliore di sé.
Sfogliando gli appunti di viaggio torno indietro nel tempo e vivo ancora una volta le sensazioni e i momenti, ridisegno i ricordi, e metto in agenda gli spunti per l’avventura successiva.