Il Castello di Tures domina fiero e misterioso l’omonima valle. Incastonato tra le alture di Acereto a 957m s.l.m., custodisce tesori e leggende intriganti.
Per visitare il Castello di Tures occorre documentarsi preventivamente sul sito ufficiale riguardo gli orari delle visite guidate, perchè non è possibile visitarlo autonomamente.

E’ raggiungibile tramite un sentiero che dal centro del paese di Campo Tures (BZ), in 10 minuti, conduce fino all’entrata. La passeggiata è un po’ ripida ma il panorama è talmente bello che non ci farete nemmeno caso. Al maniero si può arrivare anche anche in auto, ma il numero di parcheggi è molto limitato.
Sono rapita dalla vista d’insieme.
L’aspetto tipico tirolese e la cornice delle vette innevate delle Dolomiti lo rendono affascinante.
Sembra di ammirare la copertina di un libro di favole, mancano solo i cavalieri con le armature sui loro cavalli bianchi.

Gli elementi ci sono tutti. Le finestre piccole con le persiane in legno rosso e bianco, i tetti spioventi e il grande portone di legno a cui si accede tramite il ponte levatoio.
Caratterizzato architettonicamente da elementi di varie epoche, si mostra come lo specchio della sua evoluzione nel tempo.
Breve storia del Castello di Tures
I Signori di Tures furono i primi proprietari intorno all’anno 1136, poi però nel 1340 la famiglia non ebbe più successori e il castello passò nelle mani di diversi proprietari, fino a versare in condizioni di abbandono.
Fu restaurato da Ludwig Lobmayr all’inizio del XX secolo e poi di nuovo nel 1945 da Hieronymus Gassner, procuratore generale dell’ordine dei benedettini austriaci a Roma.

Il mastio, la torre abitabile con le doppie finestre ad arco e la cappella del castello in stile romanico risalgono all’epoca dei Signori di Tures, la parte gotica a quella dei Vescovi di Bressanone. I portoni, i ponti levatoi ed il granaio furono aggiunti nel 1500.
Nel 1977 l’Istituto dei Castelli dell’Alto Adige entró in possesso del Castello di Tures e oggi un terzo dell’intera struttura oggi é accessibile al pubblico.
La visita del castello.
Vi ho già detto di informarvi sugli orari delle visite guidate.
La guida accompagna i visitatori attraverso le stanze aperte del castello. Le informazioni sulla storia che si svolse tra queste mura e sugli elementi artistici di pregio che caratterizzano i vari ambienti, sono raccontate coinvolgendo l’interesse degli adulti e dei bambini.
Si passa da una stanza all’altra, perlopiù rivestite in legno, ammirando gli splendidi soffitti a cassettoni dai colori vividi. Durante i racconti si prova a immaginare la vita che si svolse in questi vani.
Chissà in inverno che freddo. In ogni ambiente, infatti, c’è una stufa in maiolica, alcune di dimensioni e fattura davvero notevoli. Gli arredi delle varie epoche poi, rendono questo viaggio nel tempo ancora più realistico.

Non c’è certo da annoiarsi. E ovviamente non manca mai la stanza delle torture, con annessi racconti raccapriccianti, e narrazione di antiche leggende.
Per chi ama fotografare, sappiate che è possibile fare foto solo ad alcune stanze del castello. E’ un castello privato e i proprietari hanno stabilito questa regola. La guida, di volta in volta, vi ricorderà dove è consentito e dove no.
La leggenda del fantasma di Margherita.
Si aggira tutt’ora tra le mura del Castello di Tures, e i suoi pianti e lamenti si avvertono specialmente di notte.
La nobile Margherita, intorno al 1500, si innamorò, contrastata dalla famiglia, di un ragazzo di basso ceto sociale.
Il matrimonio avvenne ugualmente ma il giorno delle nozze uno dei parenti scagliò una freccia contro lo sposo e lo colpì al cuore. Uccidendolo.
Margherita per sette anni versò lacrime e urlò dal dolore, nella Stanza delle Streghe. Poi, non reggendo più al dolore, si gettò dalla torre più alta del castello.
Il camminamento di ronda del Castello di Tures.
Bellissimo.

Dal camminamento di ronda ci si può beare della vista sui rilievi dolomitici che circondano la valle e sul castello stesso.
Realizzato totalmente in legno, consente di ammirare scorci emozionanti, che rimangono nel cuore lasciando un bellissimo ricordo anche a visita finita.

Vedi tutte le foto.