La Donna con il Melograno è il nome che è stato attribuito al ritratto della Contessa che si può vedere nel Castello di Bianello.
Arrivo all’entrata del Castello di Bianello, ansiosa di ammirare La Donna con il Melograno, e cosa trovo lì in bella vista? Un fantastico frutto.
Non posso esimermi certo dal fotografarlo, sembra quasi messo lì apposta.
Anzi, probabilmente è così. Ma non importa: mi sta indicando che mi trovo esattamente sulle tracce di Matilde di Canossa in moto.
Stavolta però la moto l’ho lasciata all’inizio del viale alberato che mi ha portato fin su al Castello di Bianello. Si prosegue poi a piedi addentrandosi nel bosco. La strada è in salita e non proprio breve, ma è una passeggiata piacevole in mezzo alla natura e vale la pena prendersi tutto il tempo necessario.
Varco la soglia del castello.
La stanza dove è visibile il quadro che sto cercando, è quella che fu la camera da letto di Matilde di Canossa, quando vi soggiornava durante le pause delle tante guerre cui prese parte.
Mi trovo nella parte medievale del castello, che fu inglobata nelle amplificazioni ed evoluzioni della struttura, avvenuta nel corso delle epoche successive.
I particolari del vecchio castello medievale si possono intravedere nella facciata.

Il quadro fu commissionato dal duca di Modena, Francesco V, ed era una copia del precedente affresco risalente al 1400. L’artista che lo eseguì fu Giuseppe Ugolini, uno dei più famosi ritrattisti italiani della seconda metà del XIX secolo, e doveva replicare l’affresco poiché in stato di degrado.
Il ritratto è stato recentemente restaurato ad opera della Facoltà di Architettura dell’università di Ferrara.

Il dipinto non era appeso, ma attaccato al muro. Una volta rimosso, si è visto però che dell’affresco non c’era alcuna traccia.
Questo ha portato gli studiosi a pensare che fosse stato trafugato, probabilmente dagli ultimi proprietari del castello, prima di lasciarlo definitivamente. Ecco il primo degli aspetti misteriosi che avvolgono questa opera.
La donna raffigurata è certamente Matilde di Canossa, nonostante ci siano dei particolari che non coincidono esattamente con le raffigurazioni dell’epoca.

Il volto di Matilde fu ritratto in modo estetico, invece le raffigurazioni medievali erano simboliche.
Nel medioevo si rappresentava il “chi sono” e non il “come sono”. Osservare un ritratto era come leggere un curriculum: si poteva capire ad esempio il titolo nobiliare della persona. Dal vestito, dal copricapo, oppure da cosa teneva in mano.
La dama tiene in mano il melograno, simbolo della Contessa.
Ma è curioso il modo in cui lo tiene in mano, che più si addice ad un fiore che ad un frutto. E’ il modo in cui, ad esempio, Beatrice di Lorena, sua madre, era solita essere ritratta con il fiore di Giglio. Anche questa osservazione lascia pensare che il dipinto non risalga ad epoca medievale.
Il simbolo più importante inserito nel quadro non è il melograno, ma il bastone.
Questo ci da la certezza (o quasi) che la dama raffigurata sia la Contessa. Il bastone, lo scettro, raffigura il potere, laico se è dritto e pastorale se è ricurvo. Non dimentichiamo infatti che lei è la Marchesa di Tuscia, come più precisamente la chiamano i tedeschi, la donna più potente d’Italia e del medioevo.
Consultate il sito ufficiale del Castello di Bianello per tutte le informazioni relative alle visite (è possibile visitarlo solo con una guida) e agli orari di apertura.