Le tracce di Matilde di Canossa mi portano in moto fino a San Benedetto Po. Qui, nella Basilica di San Benedetto in Polirone, la grancontessa fu sepolta.
La storia di San Benedetto in Polirone ha origine nell’anno 1007, quando viene fondata da Tedaldo di Canossa, padre di Bonifacio e nonno di Matilde. La sua denominazione deriva dal luogo dove sorge, caratterizzato dalla presenza dei fiumi Po e Lirone.
Raggiungo San Benedetto Po, uno dei borghi più belli d’Italia, in provincia di Mantova, percorrendo le affascinanti strade lungo il grande fiume. A tratti su asfalto e a volte impolverandomi sulle strade bianche.

Il paesaggio è molto particolare. Si è avvolti in una calma assoluta venata di malinconia, intorno solo la natura e il fiume che scorre. Lungo la strada si incontrano le strutture della bonifica, trattori al lavoro nei campi e ormai rari ponti di barche.
Mi è capitato di percorrere questi itinerari con la luce del tramonto, e vi assicuro che l’esperienza è davvero unica.

L’abbazia di San Benedetto in Polirone è maestosa, sorge in una grande piazza che ne esalta l’imponenza.
Una vista bellissima quanto inaspettata.

Già da fuori si percepisce la bellezza della basilica, ma entrando sono rimasta stupita dalla sovrapposizione di stili architettonici, che raccontano molto della storia millenaria, sua e di tutta e di tutto il complesso.

Calpestando lentamente il pavimento di questa chiesa straordinaria, attraverso le varie epoche che l’hanno vista nascere, svilupparsi e diventare quella che è oggi.
Elementi stilistici romanici spuntano di tanto in tanto e le colonne del vecchio impianto si affacciano dalle pareti. Archi a sesto acuto fanno capolino tra le decorazioni rinascimentali e i dipinti si alternano alle statue.
Una continua scoperta.

Sono qui sulle tracce di Matilde di Canossa, e non rimango delusa.
Nell’oratorio di Santa Maria, la parte più antica di tutto il complesso, si trova un elemento di notevole rilevanza artistica: il magnifico mosaico pavimentale di origine romanica.
Questo era il luogo destinato alla celebrazione delle messe per la salvezza delle anime dei defunti, ed è proprio qui che Matilde fu esposta e poi sepolta, quando morì nel 1115.

Il corpo di Matilde di Canossa , dopo essere stato spostato in vari punti all’interno del complesso, trovò il suo posto nell’antisagrestia. Sopra al monumento funebre il dipinto di Orazio Farinati che la ritrae a cavallo, con il melograno in mano e il Castello di Canossa sullo sfondo.

Si dice che ora il sarcofago contenga solo una scarpa della contessa, a ricordo della sepoltura originaria. Dal 1645 il suo corpo riposa in San Pietro a Roma, nel grandioso monumento funebre del Bernini.
Sono molti i particolari che hanno attirato la mia attenzione a San Benedetto in Polirone.
Primo tra tutti il bellissimo organo a canne in controfacciata, opera di Giuseppe Bonatti del 1726 circa. E’ stato oggetto di più interventi di restauro, fino alla riapertura della Basilica nel 2014, dopo i recenti eventi tellurici.

Il coro ligneo di legno noce, intagliato da Giovanni Maria Piantavigna. Si trova dietro l’altare maggiore ed è il luogo dove i monaci, per ben sette volte ogni giorno, intonavano le proprie preghiere a Dio. Sono raffigurate sfingi sorrette da colonnine corinzie sopra, e delle figure antropomorfe sotto.

I chiostri dell’Abbazia meritano anch’essi una visita: il Chiostro di S. Benedetto, il chiostro dei Secolari e il chiostro di S. Simeone. Li ho trovati luoghi di pace e contemplazione, e passeggiando sotto i cortili porticati si ammirano di volta in volta degli scorci molto belli.

Le cantine del cinquecento del complesso monastico, poste al di sotto del refettorio, dove si trova la collezione storico-archeologica del Museo Civico. Qui si trovano esposti vari strumenti della storia agricola del territorio tra cui una ampia collezione di carri che servivano nell’attività nei campi e non solo.

Seguire la storia di Matilde di Canossa in moto mi sta facendo scoprire dei tesori della nostra Italia che non sapevo nemmeno esistessero, e io mi diverto a cimentarmi in questa avvincente caccia al tesoro, attraverso testimonianze storico artistiche e itinerari insoliti.
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GALLERY – SAN BENEDETTO IN POLIRONE, GIOIELLO ARTISTICO CANOSSIANO